Coronavirus: gli anziani disabili vittime innocenti

Quella delle persone anziane con disabilità e fragilità è un’emergenza nell’emergenza.
Un dramma silenzioso che ogni giorno ha un prezzo altissimo: sono davvero tanti gli anziani disabili che sono morti e continuano a morire soli nelle loro case o nelle case di riposo senza poter avere accesso alle cure necessarie.

E chi è loro vicino, parenti e operatori sociosanitari, non può fare nulla, se non assistere impotente a questa grande, enorme ingiustizia.

Per questo condividiamo con convinzione e pubblichiamo di seguito l’appello lanciato dal Forum Terzo Settore Lombardia, Ledha, Uneba Lombardia, Alleanza Cooperative Italiane-Welfare Lombardia.

«Questa volta gli innocenti non sono bambini, ma persone anziane con disabilità. Ma muoiono lo stesso, a centinaia. Tanti a casa a loro, molti di più nelle residenze socio-sanitarie regionali. Sono le persone con disabilità e fragilità, soprattutto anziane ma non solo, a cui in queste settimane è stata negata ogni forma elementare di difesa dal Covid19 e che ora stanno pagando con la vita questa negligenza.

A queste persone, infatti, una volta contratta la malattia, viene negato l’accesso ai pronto soccorso e agli ospedali, lasciandole morire nei loro letti. Muoiono nelle case o nei servizi residenziali, senza poter avere accesso a tutte le cure a cui vengono invece sottoposte le persone che riescono ad essere ricoverate. Viene attuato così, in modo silenzioso, quanto già previsto dalle “linee guida” degli anestesisti italiani: di fronte alla carenza di posti letto in terapia intensiva viene data la precedenza alle persone giovani e senz’altre patologie rispetto a quelle anziane con patologie pregresse.

Le persone che li assistono, si tratti di parenti o di operatori sociosanitari, rimangono ancora sprovvisti delle mascherine e dei dispositivi di protezione necessari per evitare di contagiare e di essere contagiati. Anche nella distribuzione “pubblica” dei DPI, infatti, sono state privilegiate, sinora, le strutture sanitarie rispetto a quelle sociosanitarie.

Sono persone che muoiono nel silenzio: spesso non rientrano neanche nel conteggio dei “decessi per Covid19” perché a loro è stato negato anche il diritto alla diagnosi, prima ancora che al trattamento e alla cura, come già alcuni sindaci stanno denunciando. Persone che, si dice, “sarebbero morte lo stesso” e che invece, lo sappiamo e lo dicono anche le statistiche, se curate in modo adeguato avrebbero potuto continuare a vivere chi per uno, chi per due, chi per dieci o vent’anni.

Non vi è nulla di naturale in questa scelta crudele di sacrificare le persone più fragili, illudendosi così di salvare quelle più forti. Con le loro vite stiamo sacrificando anche la nostra dignità, la dignità di ognuno di noi. Per alcuni, per molti di loro, siamo ancora in tempo a cambiare rotta. Facciamolo!

Forniamo subito agli enti gestori tutti i presidi di protezione, i medici, i farmaci necessari per garantire diagnosi e cure tempestive. Permettiamo alle persone con disabilità di qualunque età di poter accedere, almeno in condizioni di parità rispetto al resto della popolazione, alle terapie intensive quando utile e necessario.

Non neghiamo a nessuno la speranza e la possibilità di poter guarire e vivere”.

WELFARE CHE IMPRESA!: il bando per le Start up sociali al servizio della comunità

Il concorso Welfare che impresa!, giunto alla quarta edizione, nasce per supportare progetti di welfare di comunità promossi da start up sociali in grado di produrre benefici in termini di sviluppo locale.

In particolare vuole sostenere e promuovere iniziative di imprenditorialità giovanile in grado di attivare reti multistakeholder, capaci di produrre benefici concreti per la comunità, e alimentare una progettualità orientata alla generazione di impatto sociale e alla sua misurazione.

Il primo progetto classificato vincerà 40.000 euro a fondo perduto, il secondo, terzo e quarto classificato 20.000 euro.
Potranno inoltre accedere ad un finanziamento a tasso zero erogato da UBI Comunità fino a 50.000 Euro con conto corrente gratuito
per 36 mesi.

La scadenza per presentare i progetti è il 20 aprile.

Vai al bando su: www.welfarecheimpresa.ideatre60.it
Guarda il video di presentazione

Attiviamo Energie Positive!: un ciclo di webinar per costruire relazioni e progettare il futuro

Un ciclo di webinar gratuito e aperto a tutti per parlare di fundrising, crowfounding, valutazione di impatto, responsabilità sociale di impresa, marketing, finanza etica, e molto altro ancora.

“Attiviamo Energie Positive!”, realizzato da produzionidalbasso., vuole essere un luogo di confronto, crescita e progettazione tra soggetti del terzo settore e del non profit, mondo del volontariato, freelance, associazioni culturali, artisti, organizzatori di eventi, formatori, imprese sociali e cooperative.

Tra gli incontri previsti:

  • Il terzo tempo della cooperazione sociale, come ridisegnare in 10 passi un nuovo ciclo d’innovazione
  • Linee guida per la valutazione dell’impatto sociale
  • Fundraising per la rigenerazione urbana e crowdfunding civico
  • CSR, Responsabilità Sociale d’Impresa e match tra mondo profit/nonprofit

Vai al programma completo dei Webinar

 

Padova Capitale Europea del Volontariato

Dopo Barcellona, Lisbona, Londra, Sligo, Aarthus e Kosice, Padova è la prima città italiana a ottenere questo riconoscimento.

Promossa dal 2013 dal CEV – centro europeo del volontariato, il concorso per la Capitale europea del volontariato mira a promuovere il volontariato a livello locale, dando un riconoscimento alle città che supportano e rafforzano le partnership con i centri di volontariato e con le organizzazioni che coinvolgono i volontari e promuovono il volontariato e il suo impatto sul territorio.

Padova Capitale Europea del Volontariato 2020 è una grande opportunità per coinvolgere a livello europeo il mondo del volontariato e dell’impegno civile. Un’opportunità di crescita e di sviluppo per tutto il mondo del volontariato che è chiamato a partecipare a questa importante iniziativa.

L’obiettivo è produrre idee, lanciare iniziative, favorire incontri e relazioni, innescare esperienze e sperimentazioni oltre che per avviare processi capaci di stimolare progettualità nel medio e lungo futuro.

Scopri come partecipare su www.padovaevcapital.it

Scopri di più sui tanti temi della sostenibilità ambientale: partecipa come volontario a Fà la cosa giusta!

Green e circular economy, plastic free, smart cities, urban regeneration: sono solo alcuni dei termini che ricorrono sempre più spesso per descrivere alcune delle sfide più importanti del nostro tempo.
Sfide e obiettivi che VOCE condivide.

E’ possibile farsi un’idea più chiara e al tempo stesso vivere un’esperienza di volontariato attivo partecipando all’edizione 2020 di @Fa la cosa giusta!, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili che si svolgerà a Milano dal 6 al 8 marzo.

Per informazioni: www.csvlombardia.it/milano/post/diventa-volontario-a-fa-la-cosa-giusta-2020

Valutazione di impatto nel Terzo Settore: pubblicate le Linee guida

Sono state pubblicate il 12 settembre scorso in Gazzetta Ufficiale le “Linee guida per la realizzazione di sistemi di valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dagli enti del Terzo settore”. Un documento a lungo atteso e collegato alla riforma del Terzo settore.

La finalità del documento è quella di “definire criteri e metodologie condivisi secondo i quali gli enti di Terzo settore possono condurre valutazioni di impatto sociale, che consentano di valutare, sulla base di dati oggettivi e verificabili, i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi programmati e rendere disponibili agli stakeholders informazioni sistematiche sugli effetti delle attività realizzate. Le valutazioni saranno realizzate con metodi qualitativi e quantitativi e potranno prevedere un sistema di indici e indicatori di impatto, da mettere in relazione con quanto eventualmente rendicontato nel bilancio sociale. Pertanto, le presenti linee guida sull’impatto sociale sono da intendersi come uno strumento sperimentale di valutazione finalizzato a generare un processo concettuale e al contempo misurabile nel medio e lungo termine”.

Secondo Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore, il documento recepisce le indicazione di Forum “Abbiamo dato un importante contributo portando proposte concrete, utili a qualificare le attività delle organizzazioni di Terzo settore, non solo in termini di trasparenza, ma anche di crescita di consapevolezza del proprio ruolo. La valutazione di impatto si affianca ai bilanci sociali e agli altri strumenti di rendicontazione volti a rendere sempre più nitido l’operato degli Ets nei confronti di cittadini e stakeholders”.

Leggi le Linee Guida

Volontariato e Impresa Sociale: primato lombardo

Il volontariato dei lombardi supera il resto d’Italia.

Un lombardo su sette è impegnato in attività di volontariato e uno su cinque versa finanziamenti ad associazioni che si occupano di sociale.

Il 14% nel 2016 contro l’11% nazionale è impegnato in attività gratuite di volontariato e il 20,1% contro il 14,8% nazionale versa a un’associazione impegnata nel sociale.

Un dato che porta la Lombardia al primo posto in Italia per numero di persone sopra i 14 anni che si occupano, gratuitamente e in diversi modi, degli altri. A dirlo è la Camera di Commercio di Milano, che ha elaborato i dati Istat del 2016 e del 2015.

Crescono, anche, le imprese sociali in Lombardia, +3,2% in un anno. Sono 11.519 le imprese del settore nel 2017, (il 17,6% delle 65 mila attive in Italia, una su sei) e danno lavoro a 181 mila addetti (il 23,4% del totale nazionale di 772 mila, quasi uno su quattro).

Milano è la più attiva con 4.608 imprese (+3,4% in un anno) e 67 mila addetti, seguita da Brescia (1.326 imprese e 22 mila addetti), Varese (1.029 imprese e 13 mila addetti), Bergamo (1.015 imprese e 23 mila addetti) e Monza (924 imprese e 11 mila addetti).

In un anno crescono molto Sondrio (+6%), Como (+5%), Varese (+4,3%), Pavia (+4,1%).

Mentre in Italia prima tra tutte Roma con 5.698 imprese sociali e 80 mila addetti, seguita da Milano (4.608 imprese e 67 mila addetti), Napoli (3.722 imprese e 29 mila addetti), Torino (2.579 imprese), Palermo (1.925), Bari (1.687) e Catania (1.540).

In cima alla lista, le imprese nel settore dell’istruzione, con 4.532 imprese, il più ampio seguito dall’assistenza sanitaria (3.415) e sociale (2.193). E’ quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati Istat 2016 e 2015 e dati registro delle imprese al primo trimestre 2017 e 2016.

Infine la presenza femminile nel settore risulta forte con 3.462 imprese in Lombardia e 22.370 nel Paese che pesano rispettivamente il 30,1% e il 34,2% del totale.

Tra i territori lombardi è Pavia la più “femminile” con il 40,5% mentre in Italia è Oristano a raggiungere la parità (le donne pesano il 50,8%), seguita da Nuoro, Terni e Massa Carrara.